Aperta la caserma "Difensori croati dell'Istria"

Aperta la caserma "Difensori croati dell'Istria"

àˆ stata inaugurata oggi nell'area dell'ex aeroporto militare di Altura, la caserma "Difensori croati dell'Istria". All'evento erano presenti la Presidente della Repubblica di Croazia e comandante suprema dell'Esercito croato Kolinda Grabar-Kitarović, il Vicepresidente del Governo e Ministro della difesa Damir Krstičević, il Comandante del Comando centrale delle Forze armate, generale Mirko Šundov, il Vicepresidente della Regione f.f. il Presidente della Regione Istriana Fabrizio Radin e il Sindaco di Pola Boris Miletić.

Per l'occasione la Presidente Grabar-Kitarović ha dichiarato che sin dall'inizio del suo mandato di Presidente della Repubblica e Comandante supremo delle Forze armate si è impegnata per una disposizione uniforme dell'Esercito croato in tutte le parti della Croazia.

"Sono particolarmente felice perché quale Comandante supremo dell'esercito croato posso oggi, nella caserma "Difensori croati dell'Istria" assistere al ritorno dell'Esercito croato nella nostra Istria croata e nella Pola croata", ha dichiarato la Presidente Grabar-Kitarović.

Il Ministro Krstičević ha dichiarato che l'organizzazione del Centro per i sistemi aerei senza equipaggio avrà  un'importanza strategica per la sicurezza e la difesa del territorio dell'Istria e con ciò si apre anche la possibilità  di assumere gli appartenenti all'Esercito croato residenti in queste zone.

Il Presidente Radin ha sottolineato che parte del territorio, quello che sarà  a servizio dell'Esercito croato, è stato donato grazie a una Delibera del Governo della Repubblica di Croazia, al Comune di Lisignano.

"La Regione Istriana ha iniziato tempo fa assieme al Comune a modificare i Piani d'assetto territoriale, creando così tutti i presupposti necessari per far rivivere questo luogo interessante sia per le persone del luogo che per lo sviluppo economico e lo sviluppo di questo territorio. Sono sicuro che proprio la caserma "Difensori croati dell'Istria" e un ampio territorio dell'ex base aerea polese saranno un esempio di buona collaborazione fra i poteri statali e l'autogoverno locale e regionale per uno stesso obiettivo: aumentare il grado di sicurezza dei cittadini croati da una parte, e uso delle ex aree militari abbandonate in funzione dello sviluppo economico. Ciò infine darà  ulteriore vento in poppa non solo all'economia istriana ma anche a quella croata", ha dichiarato il Presidente Radin.

Il Sindaco di Pola Boris Miletić ritiene che poche sono le città  che hanno una ricca storia militare come Pola.

"Cent'anni fa, assieme a trentamila Polesani circa, qui vivevano fino a tredicimila soldati. Lo stretto legame fra Pola e l'esercito che aveva una considerevole importanza per lo sviluppo della nostra città , ha segnato un'intera epoca per Pola. Oggi Pola non è più una città  militare, e stiamo costruendo il nostro sviluppo su altre basi, ma la storia ci ha insegnato che la sicurezza non va mai presa per scontata. Sono contento che al Ministero della difesa abbiamo trovato comprensione e che gli aerei militari da combattimento non sorvoleranno Pola e l'Istria che desidera svilupparsi ulteriormente dal lato turistico per continuare a essere la regione turistica leader della Croazia", ha concluso il Sindaco Miletić.

Prima dell'apertura della caserma, la cui insegna fu scoperta dai figli di quattro pirotecnici caduti durante lo sminamento dell'aeroporto polese nel 1991, è stata scoperta la lapide commemorativa in segno di ricordo del volo del colonnello Danijel Borovic, che l'ha scoperta. Borovic è stato il primo pilota dell'Armata popolare Jugoslava, ad atterrare sul suolo croato, a Pola. Vicino al monumento che ricorda i quattro pirotecnici caduti, sono state poste le corone di fiori e accese delle candele.

Nella caserma è prevista la sistemazione di circa 140 appartenenti all'Esercito croato, dipendenti del nuovo Centro per veicoli aerei senza equipaggio che saranno destinati a monitorare e controllare i confini statali in mare e sulla terraferma, ma anche in caso di calamità  naturali, incendi, epidemie, messa in pericolo della sicurezza e simili.

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